lunedì 3 novembre 2014

Serie C: ultimo quarto da paura



Cosa dire dopo che vinci il primo quarto 12-9, chiudi il secondo sotto 25-24 e affronti il quarto sotto di 4 (38-34) e alla fine perdi di 20 punti? Vuol dire che qualcosa nella testa non va. Vuol dire che sei sicuro dei tuoi propri mezzi, che non hai paura dell’avversario, ma appena qualcosa va storto, allora getti la spugna. Vuol dire semplicemente che ci si deve ancora abituare alla categoria.

È questo lo specchio della partita di Quinto Vicentino. Gara equilibrata, sempre aperta, con percentuali al tiro basse da una parte e anche dall’altra. Poi le avversarie ti rosicchiano qualche punto, l’arbitro usa un metro di giudizio a cui non sei abituato (lo stesso metro di Venezia di due settimane fa. Questo non insegna nulla?), tu perdi la testa e prendi un 18-2 di parziale nell’ultimo periodo che ti fa incavolare.

Essere in una categoria superiore significa anche questo. Significa non solo voler migliorarsi tecnicamente e confrontarsi con avversari più forti, ma soprattutto dover abituarsi a stili di gioco diversi, a metri di arbitraggio diversi, a una realtà diversa. E perché gli arbitri di Verona fischiano in un modo e fuori provincia in un altro? Perché anche i nostri arbitri non sono abituati alla categoria… a Vicenza, Padova, Venezia da anni arbitrano Serie B e C. Mentre a Verona è una cosa rara e i nostri fischietti sono standardizzati al sistema provinciale. Il sistema regionale è quello di Venezia e di Quinto e è giusto cosi. Ma se la squadra si ferma a pensare all’arbitro e non al proprio gioco allora è finita: le mancanze oggi sono solo del gruppo, che è un po’ fragile caratterialmente, ha paura di vincere e forse cerca troppi alibi. Ma va bene così: siamo in Serie C anche per questo! Per crescere sotto TUTTI gli aspetti, altrimenti saremmo rimasti nella mediocrità della Promozione.

Ripartiamo da questo 56-36 e prepariamoci soprattutto con la testa per la prossima partita.