
È questo lo specchio della partita di Quinto Vicentino. Gara
equilibrata, sempre aperta, con percentuali al tiro basse da una parte e anche
dall’altra. Poi le avversarie ti rosicchiano qualche punto, l’arbitro usa un
metro di giudizio a cui non sei abituato (lo stesso metro di Venezia di due
settimane fa. Questo non insegna nulla?), tu perdi la testa e prendi un 18-2 di
parziale nell’ultimo periodo che ti fa incavolare.
Essere in una categoria superiore significa anche questo.
Significa non solo voler migliorarsi tecnicamente e confrontarsi con avversari
più forti, ma soprattutto dover abituarsi a stili di gioco diversi, a metri di
arbitraggio diversi, a una realtà diversa. E perché gli arbitri di Verona
fischiano in un modo e fuori provincia in un altro? Perché anche i nostri
arbitri non sono abituati alla categoria… a Vicenza, Padova, Venezia da anni
arbitrano Serie B e C. Mentre a Verona è una cosa rara e i nostri fischietti
sono standardizzati al sistema provinciale. Il sistema regionale è quello di
Venezia e di Quinto e è giusto cosi. Ma se la squadra si ferma a pensare
all’arbitro e non al proprio gioco allora è finita: le mancanze oggi sono solo
del gruppo, che è un po’ fragile caratterialmente, ha paura di vincere e forse
cerca troppi alibi. Ma va bene così: siamo in Serie C anche per questo! Per crescere
sotto TUTTI gli aspetti, altrimenti saremmo rimasti nella mediocrità della
Promozione.
Ripartiamo da questo 56-36 e prepariamoci soprattutto con la
testa per la prossima partita.